
dr. Lucio Della Toffola
ODONTOIATRA
La carie è la distruzione del dente a causa dell’attacco di microrganismi presenti nella placca batterica.
Se la placca non viene rimossa, i batteri proliferano grazie agli zuccheri presenti in bocca e attaccano lo smalto via via sempre più in profondità fino a danneggiare la polpa: il “nervo”.
ODONTOIATRIA RESTAURATIVA
È quella pratica odontoiatrica che si occupa di recuperare il dente danneggiato dalla carie, usurato dal tempo o dai traumi.

La cura della carie che in odontoiatria prende il nome di restaurativa consiste:
1. individuazione della lesione cariosa attraverso un’attenta visita e l’analisi delle radiografie
2. rimozione del tessuto carioso attraverso l’uso di strumenti rotanti ed a mano, fino ad esporre tessuto dentale sano e preparare una cavità idonea a ricevere il materiale da restauro. In tutti i casi la cura delle carie viene eseguita in anestesia, così da assicurare il massimo comfort al paziente.
3. sostituzione del tessuto dentale cariato o perso con un materiale adatto a garantire la conservazione del dente ed a ripristinarne la funzione masticatoria ed estetica

visita con specillo
L’identificazione di una lesione cariosa è possibile innanzitutto attraverso un’ attenta visita. Con l’ausilio di uno strumento detto “specillo” si ispezionano le zone occlusali dei denti, quelle masticatorie; in queste zone infatti sono presenti dei solchi più o meno profondi che, proprio per la loro conformazione “a fessura”, costituiscono un ricettacolo di placca batterica che, se non rimossa correttamente con lo spazzolino, può dare inizio ad una carie. Le carie più insidiose possono però avere origine dalle zone di contatto tra un dente e l’altro. Il mancato utilizzo del filo interdentale per un tempo prolungato fa si che nelle zone tra due denti si accumuli placca batterica che non può essere rimossa dall’uso del solo spazzolino. Viene così intaccato lo smalto ed inizia il processo di distruzione del tessuto dentale da parte dei batteri e degli acidi della placca.
Questo tipo di lesioni, quando è allo stato iniziale, è invisibile all’osservazione clinica del dentista; lo diventa solo quando la carie ha raggiunto dimensioni rilevanti. Da qui la ragione per cui è indispensabile, per una corretta diagnosi, l’utilizzo delle radiografie endorali, attraverso le quali possono essere individuate anche carie di piccolissime dimensioni.
Nel nostro studio viene utilizzato un sistema di radiografia digitale che consente di abbattere di circa l’80% l’emissione di radiazioni e diminuire i tempi di lavoro.
Carie interprossimale invisibile all’osservazione clinica… individuata, invece, dalla radiografia
Eseguendo una diagnosi precoce possiamo intervenire conservando la maggior quantità possibile di tessuto dentale sano.
Così facendo evitiamo che la carie si avvicini alla polpa del dente e potremo eseguire una ricostruzione di piccole dimensioni. Tutte condizioni ideali che rendono la prognosi del dente ottima, la durata e la qualità del nostro restauro elevata e la possibilità che insorgano effetti collaterali e complicanze minime.
Fasi di preparazione e ricostruzione di un restauro interprossimale
In restaurativa abbiamo a disposizione diversi materiali, la scelta di quello più adatto dipende dalla localizzazione della carie e dalle sue dimensioni.
Vecchie otturazioni in amalgama
Sostituite con compositi
La categoria di materiali oggi più utilizzati è rappresentata dai compositi, costituiti da resina caricata con particelle di quarzo.
Questi materiali garantiscono un ottimo risultato estetico e offrono buone caratteristiche meccaniche, soprattutto quando la cavità è di piccole e medie dimensioni. Il loro limite è rappresentato dalla scarsa stabilità nel tempo e dal fatto che talvolta inducono una sensibilità termica post-operatoria del dente restaurato.
Per le cavità più grandi si preferisce l’uso di restauri indiretti chiamati intarsi. Essi vengono realizzati in laboratorio odontotecnico, oppure in studio con la procedura Cad-Cam. Esistono intarsi in oro, che hanno ottime caratteristiche meccaniche, ma sono esteticamente poco accettati, ed intarsi in resina o in ceramica, che uniscono a buone caratteristiche meccaniche anche ottimi risultati estetici.
Preparazione della cavità
Intarsi su modelli
Anche con gli intarsi, sia perché vengono usati in grandi cavità, dove la carie ha distrutto gran parte del dente, sia a causa delle caratteristiche degli adesivi che vengono usati per il loro fissaggio, si possono avere problemi di sensibilità termica post – operatoria del dente restaurato.
Per assicurare la protezione dei tessuti orali nei confronti degli strumenti e dei materiali che vengono utilizzati e per evitare che la cavità del dente, venga inquinata dai batteri presenti nella saliva é di fondamentale importanza l’uso della diga di gomma.
La diga è costituita da un foglio di lattice, fissato ad uno o più denti attraverso dei ganci di metallo, che isola il dente su cui l’operatore lavora, dal resto della bocca.
L’uso della diga, evitando il contatto dei nostri materiali da otturazione con la saliva, contribuisce anche a minimizzare i problemi post-operatori come il dolore o la sensibilità termica, sempre possibili dopo la cura di una carie anche nel caso in cui le terapie siano state eseguite correttamente. In genere tali problemi scompaiono spontaneamente dopo qualche giorno o settimana. Rari sono i casi in cui può essere necessario smontare e ripetere il restauro. Ancora più raramente e solo se la carie aveva raggiunto dimensioni considerevoli, si procede al trattamento endodontico ( cura canalare – devitalizzazione ) del dente.
Quando la carie ha distrutto lo strato più superficiale del dente, detto “smalto”, penetra infatti nel tessuto che è al di sotto, detto “dentina”. La dentina è percorsa da migliaia di microtubuli che iniziano al di sotto dello smalto e giungono fino alla “polpa” del dente, il tessuto molle che sta al centro di ogni dente che contiene vasi sanguigni e nervi e che è responsabile della sensibilità e del dolore.
Quando curiamo una carie che ha raggiunto la dentina i nostri strumenti rimuovono tutto il tessuto cariato, ma non sono in grado di raggiungere eventuali batteri o tossine batteriche che siano penetrati all’interno dei tubuli in direzione della polpa.
Può accadere che, se la carica batterica all’interno della dentina residua è molto elevata, dopo l’otturazione insorgano sintomi tipo accentuata sensibilità o dolore e che sia necessario rimuovere il restauro.
Indipendentemente dal materiale utilizzato, l’integrità e la funzionalità del restauro può essere mantenuta nel tempo solo in pazienti con elevati standard di igiene ed attraverso controlli periodici durante i quali è talvolta necessario rilucidare e ridefinirne i margini o ricontrollarli attraverso una radiografia. Sarà quindi fondamentale sottoporsi alle visite periodiche di richiamo che la nostra segreteria le ricorderà telefonicamente.
Un discorso a parte va fatto per le cosiddette carie dei colletti, tecnicamente definite “lesioni di 5ˆ classe”.
Queste lesioni, essendo al limite tra la corona, composta da smalto, e la radice, composta da cemento e dentina, sono di difficile trattamento. Infatti mentre in tutti gli altri tipi di cavità i margini esterni del restauro sono rappresentati da smalto, in questo tipo di cavità, nel versante verso la gengiva, il margine è composto da cemento – dentina.
Poiché l’adesione dei nostri materiali su questi ultimi tipi di tessuto dentale non è completamente soddisfacente, i restauri di 5ˆ classe possono andare incontro a problemi di infiltrazione marginale dei batteri, perdurare o insorgere della sensibilità dentale e distacco del restauro con frequenza maggiore rispetto agli altri tipi di restauri.
In conclusione la moderna odontoiatria ci consente di affrontare in modo efficace la cura della carie e la restituzione di estetica e funzione ai denti colpiti da questa patologia.
Negli ultimi anni sia le tecniche che i materiali sono stati migliorati sensibilmente: rimane centrale il ruolo della prevenzione che ci permette di evitare situazioni estreme nelle quali le percentuali di successo delle nostre terapie scendono drasticamente.
La prevenzione può essere praticata solo attraverso una stretta collaborazione tra il paziente e l’equipe dello studio odontoiatrico e ha come fulcro del suo successo i controlli periodici.
Il miglior servizio, infatti, che uno studio odontoiatrico moderno deve offrire ai propri pazienti è proprio quello di monitorare nel tempo le condizioni di salute orale con il fine di evitare o bloccare sul nascere eventuali patologie e di seguire da vicino le terapie eseguite, mantenendo così alta nel tempo la motivazione a tenere standard elevati di igiene orale.
RIASSUMENDO OBIETTIVI :
- Restauro e conservazione dell’elemento dentale
- Eliminazione dei sintomi legati alle patologie della carie restituendo al dente funzione ed estetica e conservandone la vitalità
COMPLICANZE DELLA TERAPIA
- Fratture del dente ( quando la cavità è molto ampia)
- Frattura del restauro
- Distacco del restauro
- Infiltrazione marginale
- Sintomi a carico del dente (sensibilità al freddo, al caldo, dolore alla masticazione) dovuti all’azione dei batteri della carie o agli insulti meccanico / chimici delle procedure di restauro
- Cambiamento di colore del restauro
- Cambiamento di colore del dente (nel caso di uso dell’amalgama)
- Generico rischio legato all’uso di anestesia
- Generico rischio derivato da eventuali allergie ai prodotti usati
TERAPIA ALTERNATIVA
- Estrazione
OMISSIONE DELLA TERAPIA
- Progressione della carie
- Comparsa o aumento dei sintomi
- Necessità di ricorrere alla devitalizzazione
- Perdita del dente
Questa è una spiegazione semplificata e generalizzata della procedura.
Nulla può sostituire il corretto rapporto informativo tra medico e paziente